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Cittadini come te!

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Programma

La lista Bergamo Cambia si propone di presentare un programma per la nuova  amministrazione cioè per i prossimi cinque anni della gestione della cosa pubblica del Comune di Bergamo che si basa sulla volontà dei cittadini di entrare in sintonia con la città in cui abitano. Una città dove vivere pienamente e non solo abitare. Ci sono differenze fondamentali fra il risiedere in un luogo perché costretti da motivi di lavoro e da altri fattori contingenti e vivere in un luogo sentendo di appartenere e di far parte della comunità a pieno titolo. Vivere in un luogo, una città, un paese e non solo abitare in essi.
Perché ciò avvenga occorre sia la volontà dei singoli cittadini, sia che le condizioni dell’ambiente rendano possibile l’incontro fra i cittadini e la realtà che li circonda che essi stessi devono contribuire a determinare.
Chi governa il bene pubblico ha il dovere di creare le condizioni e di offrire tutte le opportunità per uno sviluppo armonioso della città e perché le condizioni di vita siano le migliori possibili. L’obiettivo da perseguire non può che essere quello che le graduatorie definiscono anno dopo anno “la città ideale o la città con la più alta qualità di vita”. Nel passato Bergamo si è classificata spesso fra le prime città italiane per la buona qualità di vita, poi questi risultati sono andati via via perdendosi e di conseguenza anche le posizioni nelle classifiche dei diversi istituti di ricerca, fra cui spiccano le analisi dell’autorevole Centro Studi del Censis, ci penalizzano vistosamente.
Raggiungere risultati di eccellenza non può che essere l’obiettivo da perseguire tenendo presente che risalire e recuperare i parametri di qualità diventa sempre più impegnativo.
In questo programma ci sono due linee di principio:
  • la prima è l’assoluta convinzione dell’improrogabile necessità del drastico taglio della spesa pubblica improduttiva, reso obbligatorio dalla crisi finanziaria subita dagli italiani, dall’indebitamento pubblico a cui tutti, compresi i governi locali, devono dare il proprio contributo, e dall’obbligo morale nei confronti delle generazioni future.
  • la seconda è uno sviluppo urbano basato sul recupero e sulla riqualificazione del patrimonio esistente. Il territorio non è un bene infinito, la cementificazione della città ha già eroso molta parte delle aree disponibili; occorre ripensare ad un uso degli spazi che faccia leva sul recupero e sul riuso delle aree dismesse incrementando realmente le aree verdi fruibili dai cittadini. Per esemplificare citiamo le ex-caserme e le ex aree industriali dismesse spesso collocate in ampi spazi urbani centrali e semi-centrali.

Da questi due punti cardine: drastico taglio della spesa pubblica improduttiva e recupero e riqualificazione del territorio discende il programma amministrativo.

ORGANI DI GOVERNO:
Sindaco
Giunta comunale
Consiglio Comunale
Consigli Circoscrizionali
Per quanto riguarda la Giunta comunale lo Statuto vigente prevede una composizione di assessori non inferiore a sei e non superiore a quattordici. Le ultime due Giunte comunali sono state composte da dodici assessori.
Con l’introduzione del Decreto – cosiddetto “Tagli ai costi della politica” le città aventi fra i 100.000 e 250.000 abitanti hanno, oltre al Sindaco, trentadue (32) Consiglieri (attualmente 40) e il numero massimo degli assessori è pari a nove (9).
La Lista Bergamo Cambia, considerata la dimensione della città che attualmente conta circa 120.000 cittadini residenti ritiene utile proporre una riduzione dei componenti della Giunta con un numero di assessori pari a sei (6). La Giunta è un organo collegiale guidato dal Sindaco e gli interventi devono essere concordati fra gli Assessori che non sono da considerarsi Ministri in sedicesimo sovrapponendosi nei programmi e nella lievitazione dei costi.
Il programma di mandato deve trovare periodicamente un confronto di realizzazione con il Consiglio Comunale.
Alla riduzione dei costi della politica contribuisce la norma già vigente che prevede l’abolizione dei Consigli Circoscrizionali. Per quanto riguarda Bergamo le sette circoscrizioni degli anni Novanta sono state ridotte a tre e con questa tornata elettorale a zero. L’eliminazione degli organi di rappresentanza riduce i costi ma non esclude la facoltà per l’amministrazione di attuare il vero decentramento che è quello dei servizi ai cittadini quali i servizi anagrafici, l’assistenza sociale e i servizi di polizia urbana. Il decentramento dei servizi oltre a favorire i cittadini residenti nei quartieri periferici riduce il traffico da e verso il centro dove sono collocati gran parte degli uffici comunali, abbatte i tempi necessari per il rilascio di certificati e/o documenti e, inoltre tramite la rete informatica si può favorire lo scambio delle informazioni anziché i percorsi svolti dai singoli utenti.

DELEGHE AGLI ASSESSORI
E’ necessario uno studio attento ai mutamenti della realtà attuale riferito alla composizione delle deleghe che il sindaco attribuisce ai singoli assessori.
Si ritiene indispensabile un ripensamento sulla delega al Turismo che nella Giunta uscente PDL-Lega Nord non è mai stata assegnata dal Sindaco che si è limitato ad assegnare lo svolgimento a un incarico di consulenza. L’importanza strategica che vede Bergamo fra le città d’arte potenzialmente al vertice dei flussi turistici richiede un impegno costante e preminente da affidare a un ruolo politico istituzionale e non a un consulente.
E’ necessario che i fondi investiti nel turismo vengano concentrati in un unico decisore.
Fra le deleghe che non trovano spazio nell’amministrazione degli ultimi cinque anni, ma che riguardano significativamente la mutata realtà sociale vi è quella delle relazioni con le numerose comunità straniere residenti in città. Si ritiene indispensabile gestire, monitorare e favorire con politiche di integrazione una armonica convivenza fra le diverse comunità. Non è più possibile ignorare o delegare o lasciare sulle spalle delle strutture religiose, delle associazioni di volontariato un quadro sociale che è destinato a cambiare la composizione anagrafica e culturale dei prossimi anni. L’Amministrazione locale deve essere capace di governare i mutamenti sociali e la composizione dei cittadini è il più rilevante dei cambiamenti.
Fra le competenze comunali che si ritengono non delegabili da parte del Sindaco si colloca la Sicurezza e la Polizia Locale. Il Sindaco nella sua qualità di responsabile dell’amministrazione ha necessità di non porre filtri fra i suoi compiti di ufficiale di governo e capo dell’amministrazione e la struttura organizzativa preposta, cioè il Corpo di polizia urbana.
In presenza di un direttore generale/segretario generale si ritiene superflua la delega al Personale. Nell’ambito delle deleghe vengono accorpate quelle all’Ambiente e le Opere del Verde all’Urbanistica. Così come la Cultura e l’Istruzione.
Fra i compiti prioritari della nuova Giunta rientra quello della razionalizzazione degli spazi, la riduzione delle spese per fitti passivi e la conseguente riduzione per la gestione degli immobili.
Basta doppi uffici per assessori e dirigenti. Per essere efficienti non sono necessari uffici di oltre 40mq. per persona.

I DIPENDENTI DEL COMUNE
Le ultime due amministrazioni hanno spesso emarginato i dipendenti comunali a favore di consulenti, incarichi fiduciari, esternalizzazione di compiti, assunzioni per la durata del mandato: per questi ultimi le procedure di scelta non hanno tenuto conto né della formazione professionale, né degli incarichi precedentemente svolti, dando il via a qualifiche improvvisate che hanno messo molto in difficoltà i dipendenti vincitori di concorsi pubblici ai quali di solito sono erogati stipendi inferiori ai consulenti.
Occorre rimotivare la partecipazione dei dipendenti, di tutti i dipendenti e non solo dei dirigenti. E’ indispensabile recuperare il senso di appartenenza, di orgoglio e di partecipazione a un obiettivo condiviso di servizio a favore della comunità. Il dialogo finora esclusivo fra i politici e la dirigenza deve essere allargato alla intera struttura organizzativa al fine di premiare tutte le capacità professionali.
La figura centrale di questa operazione va affidata al dirigente del personale (con incarico esclusivo) non residuale e affiancato ad altri compiti. Il personale dell’amministrazione è il valore su cui si fonda tutta la “produzione” dei servizi pubblici. E’ necessario valutare le risorse umane per le competenze che offrono e il loro impiego può mutare nel corso degli anni tenendo conto sia delle mutate condizioni del contesto operativo, sia delle singole necessità del dipendente che potrebbe non trovarsi più in grado di svolgere al meglio il proprio ruolo.
Malgrado da diversi anni si parli di semplificazione e di snellimento delle procedure noi riteniamo che questi temi debbano essere ancora una volta seriamente affrontati perché la semplificazione tanto auspicata non si è finora realizzata. Sono da rivedere le procedure con le quali gli uffici operano per migliorare e raggiungere i risultati che gli organi politici definiscono tramite i bilanci e gli strumenti di programmazione.
Per agevolare i cittadini che si recano negli uffici comunali è necessario prevedere l’apertura al pubblico degli sportelli il sabato mattina, anche tramite l’effettuazione del turnover.

I TEMI PRINCIPALI DEL PROGRAMMA DI MANDATO:
-         LA SICUREZZA
-         LA CASA
-         I SOGGETTI DA TUTELARE
-         L’AMBIENTE
-         PARI OPPORTUNITA’ E TERZO SETTORE
-         LA MOBILITA'
-         IL TURISMO
-         LA CULTURA E L’ISTRUZIONE
-         LIBERTA’ D’IMPRESA E UNIVERSITA’
-         IL FUTURO DELLA CITTA’

Noi diciamo basta agli “smisurati libri dei sogni”. Più concretamente un impegno serrato per realizzare qualcosa, tracciare una linea di sviluppo futuro e facilitare l’intrapresa privata per uno sviluppo armonioso della città. Un Comune che non può occuparsi di tutto ma che crea le condizioni perché tanti si occupino dell’interesse comune.

≈  LA SICUREZZA  ≈

Si fa un gran parlare fra l’analisi dei dati relativi ai reati compiuti e la percezione di sicurezza che i cittadini sentono. Bergamo cambia vuole radicalmente modificare l'approccio con il quale affrontare il tema della sicurezza, rifiutando la modalità basata sul calare dall'alto la soluzione, ma partendo dal coinvolgimento diretto dei cittadini sotto due profili: 
  • costruendo un dialogo vero, continuativo e diretto con i cittadini dei vari quartieri;
  • calendarizzando degli eventi e iniziative in tutti i quartieri della città, in particolare in quelli periferici.

Il primo punto affronta un principio basilare, ovvero è il comune che deve andare a dialogare con i cittadini per recuperare le informazioni riguardanti la situazione reale dei vari quartieri, costruendo un dialogo vero, dove i problemi di sicurezza non vengano rimbalzati o parcheggiati per mesi in qualche ufficio, ma che vengano affrontati tempestivamente.
Il secondo punto riguarda la costruzione di un calendario eventi/iniziative che non possono essere concentrate in poche giornate nel periodo estivo in città alta, ma devono abbracciare sia tutto l'arco dell'anno, che tutti i quartieri della nostra città, rendendola attiva e viva.
Per rendere questi propositi concreti e non solo teorici, proponiamo due idee che si potrebbero adottare da subito: affidare la gestione dei parchi della città ad associazioni di volontari ( ad esempio agli alpini di Bergamo), e creare un nuovo cinema all'aperto identificando il luogo più ideale.
Inoltre l’amministrazione può svolgere un miglior controllo tramite la Polizia Locale. Tutti hanno promesso il vigile di quartiere ma vigili fuori dal centro non se ne sono mai visti. Se non possiamo ripetere per l’ennesima volta una promessa che si scontra con l’impossibilità di assumere un consistente numero di Vigili urbani, possiamo impegnarci a sottoscrivere piccole iniziative come quella di garantire e controllare il funzionamento delle telecamere, promuovere iniziative nelle strade cittadine che incrementino sia la presenza delle persone, sia una migliore illuminazione soprattutto delle aree a rischio (es. stazione e dintorni). Anche l’aumento del numero dei taxi può costituire un elemento di sicurezza tenuto conto che diverse linee urbane ed extraurbane dell’Azienda di Trasporti terminano le corse alle ore 20.00. I taxi dovrebbero avere altri punti di parcheggio in prossimità di locali pubblici (cinema, teatri, luoghi di ristoro e città alta).
Fra le cose promesse e non realizzate perché demagogiche citiamo la perla dell’amministrazione uscente e cioè: “i volontari per la sicurezza”. Come non ricordare il presidio di Polizia Municipale in via Quarenghi mai entrato in funzione.

≈  LA CASA  ≈

La lista civica Bergamo Cambia, dopo essere stata presente tra il pubblico al convengo “il tetto che scotta” (lodevole iniziativa organizzata da Innovabergamo), vuole ribadire l’importanza del tema CASA nel comune di Bergamo. Da parte dell’attuale Amministrazione, si è assistito ad un totale immobilismo nel settore. 
Mancano all’appello delle cose promesse: il bando per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica è stato pubblicato con un ritardo di alcuni anni rispetto al precedente ormai scaduto da tempo; cinquanta alloggi a canone moderato in via Quarenghi per recuperare il patrimonio edilizio esistente; recupero del Patronato San Vincenzo di via Gavazzeni con altri alloggi da destinare a giovani coppie, anziani, studenti che non riescono a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul mercato, ma che non possiedono i requisiti per accedere all’edilizia residenziale pubblica. 
Inoltre nel caso “Affittopoli” l'Amministrazione non ha finora adottato alcun provvedimento nei confronti delle persone coinvolte e non ha mai reso noto i risultati dell'indagine interna; si rimane pertanto in attesa degli esiti dei procedimenti giudiziari in corso. Stante il perdurare della crisi economica, Bergamo Cambia ritiene gravissimo il permanere di un consistente numero di alloggi sfitti perchè non sono stati fatti i necessari lavori per renderli abitabili mentre risorse ingenti sono state destinate a spese per consulenze e incarichi esterni. 
La lista civica Bergamo Cambia ha idee chiare su come agire in tale ambito: 
1) sottoscrivere un accordo con l’Aler per la gestione del patrimonio casa del Comune, che ha come obiettivi il recupero degli alloggi inagibili per renderli abitabili con manutenzione adeguata degli alloggi, e la vendita di parte degli alloggi al fine di istituire un contributo per l’affitto per le persone in difficoltà economica anche temporanea; 
2) dopo aver istituito il registro delle coppie di fatto, permettere a chi è registrato di poter accedere alle graduatorie per l’accesso alle case popolari a canone agevolato; 
3) mettere in atto un’azione di vendita degli alloggi del comune tramite la formula dell’affitto con riscatto; 
4) dedicare alcuni alloggi a gruppi di studenti fuori sede, con canone agevolato. Essere una città universitaria significa essere presenti e attivi. 
5) iniziare una politica di Housing Sociale con costi controllati mirata a riportare i giovani a Bergamo; 
6) dare pieno riconoscimento alla fondazione casa amica e a tutte le associazioni che insieme formano il terzo settore e operano da anni sul territorio della nostra città.

≈  I SOGGETTI DA TUTELARE  ≈

Le ultime due amministrazioni si sono avvalse dell’Istituzione Servizi alla Persona. Diciamo subito che a nostro avviso si tratta di una sovrastruttura; infatti detto organismo gode di un’autonomia di bilancio (le risorse sono sempre pubbliche e nel caso specifico comunali), di un presidente e di un consiglio di amministrazione nonché di personale ad hoc. Riteniamo che questa esperienza possa concludersi e che dei compiti assegnati all’Istituzione debba tornare ad occuparsene la direzione competente facente riferimento all’area dei Servizi Sociali che ha una lunga tradizione positiva nelle Amministrazioni del passato.
Considerato che la famiglia è il luogo relazionale privilegiato dell’educazione, della crescita, della solidarietà naturale e dell’affettività, aspetti che sono alla base del vivere civile, riteniamo essenziale rafforzare le politiche di sostegno alla famiglia che si concretizzano nell’erogazione di finanziamenti, con scelte tariffarie rivolte alle famiglie in stato di necessità, con  la realizzazione di servizi attraverso il coinvolgimento attivo di associazioni familiari e con politiche rivolte alla conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro.
Le politiche sociali hanno nel Comune il centro catalizzatore delle diverse realtà operanti sul territorio e prioritariamente le ASL, l’Ufficio Scolastico Provinciale, l’Aler, i Sindacati, la Camera di Commercio, l’Università, le Imprese. Compito dell’Amministrazione è favorire l’incontro delle specifiche conoscenze e competenze per elaborare programmi di intervento a favore delle famiglie, dei minori, dei diversamente abili, degli adulti e degli anziani in difficoltà. Convinti che le relazioni familiari siano da privilegiare intendiamo rafforzare i servizi a supporto della possibilità di far permanere i soggetti deboli nelle loro famiglie. Un ruolo importante è svolto dalle Associazioni di volontariato per le quali è necessario creare una rete che ne favorisca sia l’attività, sia la divulgazione delle informazioni e lo scambio di esperienze e l’incontro fra i diversi operatori per la condivisione di progetti trasversali.

≈  PARI OPPORTUNITA’  E TERZO SETTORE  ≈

Le associazioni sono una forza volontaria in favore di cittadini, volta a coprire le mancanze di cui molti hanno bisogno, a costo zero. Il comune ha il compito e il dovere non solo di dialogare con queste forze, ma dare loro uno spazio istituzionale dove amplificare le potenzialità e aumentare i servizi ai cittadini. Le associazioni in moltissimi casi non chiedono soldi, ma spazi pubblici dove poter avere un’immagine più forte e un punto di comunicazione più efficace per dialogare con i cittadini. Né l’Amministrazione comunale né i privati sono in grado di soddisfare alcune domande di servizi poste dai cittadini.
L’Amministrazione può offrire  l'opportunità alle associazioni di operare a favore dei cittadini, dando pieno riconoscimento al terzo settore e aiutandolo a crescere a Bergamo in un’ottica di sussidiarietà.
Si vuole da subito concentrare e dare forza a queste associazioni proponendo la creazione di uno sportello “Terzo settore” (sportello anti discriminazioni). L’Amministrazione mette a disposizione degli uffici, dove le associazioni possono creare uno sportello per avere un dialogo diretto con i cittadini. Le spese devono essere affrontate dalle associazioni, le quali hanno l'ufficialità e il riconoscimento del comune perché diventano forza creatrice dei servizi che lo stesso offre. Così facendo si crea a costo zero un punto di riferimento per i cittadini e si agevola la creazione di una strategia di rete tra le varie associazioni. La realizzazione dello sportello si deve inserire in un quadro di azioni politiche dirette a rimuovere gli ostacoli che impediscono la realizzazione delle parità e la diffusione della cultura della non-discriminazione.
L’amministrazione deve garantire una piena parità di diritti e di opportunità a tutti i cittadini, indipendentemente dal genere e dall’orientamento sessuale: è un obiettivo che il comune deve porsi sia nei rapporti tra la pubblica amministrazione e i cittadini, che in quanto “arbitro” pubblico della convivenza tra i cittadini e promotore del loro benessere.
Bergamo Cambia, per dare immediatamente un segnale concreto e reale ai principi precedentemente espressi, propone l'istituzione dei registri delle coppie di fatto nel comune di Bergamo.

≈  L’AMBIENTE  ≈

In tema di città pulita il dato certo è che la tariffa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti è aumentata nel corso dell’ultimo quinquennio e la città è sempre più sporca. La privatizzazione che ci vede soci di minoranza della Società A2A che gestisce il servizio non ci impedisce di ripensare e rivedere i termini del contratto in essere con detta società. In altre parole dobbiamo farci sentire perché pensiamo che il servizio svolto non è adeguato ai costi sostenuti. Detto ciò è necessaria una collaborazione da parte di tutti a partire dai cattivi comportamenti individuali: con l’aiuto delle scuole di ogni ordine e grado lanciamo una campagna per la pulizia della città iniziando dai quartieri e dalle zone a maggior rischio di abbandono di rifiuti tramite un’azione di presidi volontari a campione e una giornata per ogni stagione dell’anno dedicata a una Bergamo Pulita Tutto l’Anno, in corrispondenza della primavera (21marzo), estate (21giugno), autunno (21settembre) e inverno (21dicembre).
Il tema dell’ambiente deve essere posizionato all’interno di idee forti, che creano una nuova urbanistica, dove il territorio non deve essere più consumato ma rigenerato, donando nuovi spazi verdi alla nostra città.
Un’idea forte che vogliamo presentare riguarda l’ex caserma Montelungo; quest’ultima è costituita da due caserme: la Montelungo e la Colleoni (di proprietà del Demanio e oggetto di dismissione-vendita), e la loro destinazione è molto diversa.
Per la Colleoni è prevista una destinazione residenziale; per la Montelungo una destinazione culturale-museale secondo quanto previsto dal Pgt.
Nella Montelungo le ultime amministrazioni hanno sempre previsto la ristrutturazione e la collocazione della nuova Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMEC), ma quanto previsto nel 2009, oggi 2012, nel mezzo di una crisi e di tagli agli enti locali, è totalmente da rivedere.
 Noi dobbiamo creare una nuova urbanistica, legata alle disponibilità reali ed è per questo che con un accordo ben preciso e specifico in ogni punto è giusto accettare la “donazione” di UBI Banca per la nuova sede della GAMEC individuata nell’area dell’ex Dogana (Via Piatti), così da ottenere anche una riqualificazione di una zona oggi fortemente degradata.
Così facendo la Montelungo non dovrebbe più ospitare la Galleria d’arte moderna  e  potrebbe essere demolita
Consapevoli che su entrambe le caserme esiste un vincolo della Sovrintendenza (il n. 270) con riferimento al Decreto Legislativo n. 42/2004, l’idea  è quella di aprire un dialogo con la Sovrintendenza per capire quali sono i margini di manovra, ovvero, quali parti dell’intero complesso è possibile demolire per poter creare, in continuità con il Parco Marenzi di via Frizzoni e con il Parco Suardi, un nuovo grande parco nel cuore della nostra città: il nostro “Central Park”.
Bergamo Cambia vuole offrire soluzioni reali e concrete anche in una situazione di forti difficoltà economiche. I cittadini vanno avanti, la vita va avanti, anche  un’amministrazione ha il dovere di andare avanti trovando strade nuove per dare servizi ai propri cittadini, senza ulteriore consumo del suolo pubblico.

 ≈  LA MOBILITA'  ≈

Mobilità dolce per convinzione, non per costrizione. Questa certezza è la matrice di pensiero sulla quale Bergamo Cambia vuole introdurre delle soluzioni per eliminare l'eccessivo traffico che spesso rende impossibile percorrere le vie penetranti alla città nelle ore di punta.
Il primo obiettivo è rendere più funzionali i parcheggi semiperiferici già esistenti, con servizi di bus/navetta  senza fermate intermedie,  con orari flessibili che vadano oltre quelli attuali dell’ATB (corse serali/notturne). In questo modo sarebbe l’utente stesso a prediligere i servizi offerti perché validi e vantaggiosi, evitando così di raggiungere il centro cittadino con il mezzo privato. Questa scelta, oltre a decongestionare il traffico, vuole evitare la costruzione di nuovi parcheggi in centro città: il traffico deve essere portato fuori dalla città, per liberarla e renderla più vivibile per tutti i cittadini.
Un ulteriore passo avanti nel ridurre gli sprechi e aumentare i servizi è rappresentato  da una revisione delle linee dell'ATB per migliorarne i percorsi, come ad esempio un servizio di autobus tipo “circolare” che faciliti il raccordo tra le linee urbane e non costringa l’utente a dover necessariamente raggiungere il centro della città in caso di spostamenti periferici. Valutare se sia opportuno che alcune zone con divieto di sosta 0-24 diventino divieto 7-20 per rivitalizzare la città alla sera.
Parlare di mobilità dolce significa prendere decisioni mirate anche per i collegamenti tra città alta e città bassa: la  nostra città ha bisogno di un servizio efficiente ed efficace 24  ore su 24; per questo la funicolare dovrebbe essere affiancata da un servizio di scale mobili , utilizzabili in ogni momento della giornata. Molte città hanno adottato questa soluzione (Perugia tra tutte) perché molto funzionale e poco impattante. Siamo ben coscienti della disastrosa  situazione economica in cui verte il nostro comune, ma potenziare un servizio strategico che si riflette soprattutto sul settore turistico, può portare ricchezza alla nostra città e deve avere la giusta attenzione.
Nel corso degli anni sono stati fatti concorsi e presentati innumerevoli progetti volti a trovare soluzioni per potenziare la risalita di città alta. Ci proponiamo di “tirare fuori” dagli archivi quello sulle scale mobili e valutarne la fattibilità. Il luogo individuato è nella zona piscine (Via Santa Lucia), già dotato di ampi parcheggi che resteranno a disposizione una volta che l’ospedale verrà trasferito nella nuova sede. L'attenzione ai cittadini e ai turisti di Bergamo si compone anche del collegamento tra la stazione e l'aeroporto, un elemento di cui si discute ormai da molti anni e poco si è fatto. Bisogna attivare e mettere in collegamento i due punti strategici di entrata e uscita della nostra città per creare un circuito virtuoso dove i cittadini e i turisti si possono muovere in velocità. Oltre al collegamento tra aeroporto e stazione, con l’auspicabile abolizione delle Province, riteniamo che Bergamo debba farsi promotrice per  lo sviluppo di altri due collegamenti molto importanti: la tratta urbana Albano – Ponte S. Pietro attraverso la metropolitana in superficie per rendere agevole l'arrivo in ospedale e in città, e il servizio di tram veloce Stazione-Villa d’Almé. In considerazione del fatto che il costo di quest’ultima è molto elevato, e l'opera è largamente condivisa da tutte le forze politiche, la sua realizzazione sarà fattibile solo se inserita nel programma grandi opere finanziate dallo Stato, obiettivo che deve essere perseguito dal Comune.

Da ultimo ma non ultimo, in tema di mobilità e infrastrutture parliamo del nostro Aeroporto che, negli anni è diventato uno dei più importanti in Italia ed è un motore economico di primaria importanza per la nostra città.
Il tema da affrontare è quello di uno sviluppo compatibile con la vivibilità di quanti abitano sotto le rotte di decollo-atterraggio.
Non è per niente facile coniugare sviluppo e sostenibilità ambientale; qualcosa si è fatto, qualcosa va affrontato con maggiore decisione anche nei confronti delle compagnie aeree, qualcosa si può mettere in atto per mitigare l’innegabile “disturbo” che migliaia di residenti devono subire.
Si tratta di lavorare per trovare soluzioni di convivenza, che non potranno comunque mai essere l’assenza del rumore ma la mitigazione dello stesso, l’assenza di traffico ma soluzioni per il traffico da e per l’aeroporto, l’assenza d’inquinamento ma un lavoro costante con le compagnie aeree per nuovi e più ecologici aeromobili.
Bergamo, in tema di mobilità, ha davanti a sé sfide e scadenze importanti (basti pensare all’EXPO 2015); è importante avere la consapevolezza che abbiamo potenzialità e risorse da sviluppare e che dobbiamo valorizzare il nostro importante patrimonio storico, artistico e naturale. Questo riguarda sia l’aspetto turistico che le opportunità economiche, soprattutto per i nostri giovani e le nostre attività commerciali.
Per questo una mobilità moderna e sostenibile è fondamentale e non più rinviabile per il Comune capoluogo.
Dobbiamo renderci conto che abbiamo urgente bisogno di una mobilità innovativa, che non sia fatta solo dal mezzo privato. Per far questo servono risorse ma anche idee giuste perché le risorse non si disperdano in mille rivoli, ma si concentrino sulle opere necessarie a risolvere i problemi che da troppo tempo, sotto il profilo della mobilità, ingessano un giusto sviluppo economico-sociale-turistico.

 ≈  IL TURISMO  ≈
Bergamo Cambia è fermamente convinta che sia necessario, con l’evoluzione che la città ha avuto in questi anni, varare non solo le politiche strategiche di promozione turistica, ma anche le politiche di commercializzazione, uscendo da una logica di Marketing del turismo ed entrando finalmente in una reale strategia di Marketing di Destinazione (Destination Marketing). Questo significa passare da un ente di prima generazione, che si occupa solo di informazione e di accoglienza turistica attraverso gli I.A.T. (Informazione e Accoglienza Turistica), o di seconda generazione, che si occupa anche di promozione del turismo, ad un ente di terza generazione, che ha l’intera gestione del sistema turistico della destinazione e l’attività di promocommercializzazione. Quest’ultima è il frutto dell’unione tra la promozione, ovvero l’attività di comunicazione della destinazione, e la commercializzazione, ossia la presentazione dei prodotti, delle offerte e dei servizi esistenti in una destinazione. È basilare un’azione di integrazione delle politiche promozionali e commerciali dei soggetti pubblici e privati che operano nel settore turistico di Bergamo, perché solo così potremo sfruttare al meglio le nostre ricchezze per affrontare un obiettivo fondamentale per Bergamo e la sua evoluzione: l’Expo 2015.
Tale azione deve partire prima di tutto da una presenza più incisiva del comune nella società Turismo Bergamo, alla quale aderisce insieme alla Provincia e alla Camera di Commercio, e ad un dialogo più diretto con i soggetti privati che operano nel turismo a Bergamo.
Il progetto è ambizioso ma se si riesce a creare una spirale di crescita nel settore, si potranno creare anche nuovi posti di lavoro, e contemporaneamente creare una vetrina per le aziende di Bergamo, che non operano nel turismo in senso stretto, ma che nelle esportazioni vedono l’elemento di crescita della propria azienda.
Il settore turistico è “naturalmente” e “biologicamente” legato alla Cultura. Essere strategici nel turismo significa creare “prodotti turistici”, ovvero non solo la sistemazione tecnica dei musei, delle opere d’arte, delle strade, ecc; ma la creazione di servizi e di percorsi che permettano la fruizione di questi luoghi, creando percorsi logici e di grande impatto emotivo tra i turisti, sia italiani che stranieri. Questo vuol dire che bisogna favorire in tutti i modi l’arrivo dei turisti a Bergamo, dialogando con loro non solo quando sono già in città, come succede oggi con l’Urban Center e strumenti poco efficaci come la Bergamo card, ma riuscire a dare un insieme di percorsi d’arte e cultura, proiettando, prima del loro arrivo fisico in città, i nostri prodotti turistici. Questi percorsi devono essere condivisi e sostenuti dalle attività commerciali di Bergamo che possono usufruire di questo flusso di persone per far crescere il nostro settore turistico. La città deve diventare un faro di richiamo per tutti coloro che vogliono vivere momenti di alto profilo artistico/culturale.

 ≈  LA CULTURA E L’ISTRUZIONE  ≈

Bergamo Città dei Mille, Bergamo Città d’Arte.
Per prima cosa,  va creato uno strumento di studio e consultazione al contempo, una sorta di Forum della Cultura con ruolo sostanziale di analisi e indirizzo, in grado di fare sintesi dell’intero patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, con attenzione all’area monumentale e dei beni culturali e storici, al sistema biblioteconomico, alle civiche istituzioni dedicate all’arte figurativa e alla formazione musicale, alle discipline dello spettacolo-sia dal vivo che riprodotto (teatro, musica, danza, cinema).
Se storicamente l’Amministrazione Comunale si è occupata -non sempre bene- delle proprie istituzioni culturali e delle proprie iniziative (quasi fosse una specie di “impresario culturale pubblico”) per nulla, almeno rispetto alle forze in campo e all’impegno che esse richiederebbero, si è fatta carico della produzione culturale immateriale “esterna”, non direttamente emanata dall’Istituzione stessa. Ciò ha creato nel tempo una forte autoreferenzialità politica e istituzionale, nonché un disimpegno pressochè totale nei confronti del tessuto produttivo culturale cittadino. Tessuto, questo, in grado di fornire importanti servizi alla comunità, sia per qualità di offerta che per quantità e capillarità della sua collocazione oltre che per ampiezza delle fasce dei suoi destinatari.
Questo Forum della Cultura, per non cedere a scivolate dirigistiche, deve avere una spiccata vocazione anche alla Rappresentanza: un Luogo di incontro, confronto e scambio fra operatori, imprenditori culturali, politici e amministratori pubblici in grado di essere sia monitoraggio che fucina di condivisione e proposta. La Commissione Consiliare dedicata all’area della cultura, istruzione ecc, dovrebbe mantenere il suo ruolo prettamente istituzionale di sintesi interna e di “corpo intermedio” fra Giunta e Consiglio Comunale, specificamente dedicato alla discussione e valutazione delle delibere e degli atti amministrativi. Ma riservare alla sola politica la funzione di analisi, lettura, immaginazione del futuro, sarebbe atto di miopia imperdonabile.
Comitati di area (teatro, arte figurativa, musica, beni storici …) con la partecipazione dei rappresentanti sia delle Istituzioni culturali pubbliche che di quelle private professionali. L’Amministrazione dovrà scegliere di investire per alcuni anni esclusivamente sulle strutture professionali capaci di garantire nel tempo produzione e servizi nonché occupazione, indotto e welfare;
Osservatorio dello Spettacolo e dell’Arte, ovvero uno strumento stabile di indagine e raccolta dati: qualsiasi scelta di governo senza una adeguata conoscenza e competenza è destinata in partenza a fallire. E’ una “scelta sbagliata all’origine” perché non appoggiata ad una adeguata conoscenza delle dimensioni economiche, quantitative, di impatto nel territorio, di evoluzione nel tempo… Conoscere la realtà per potervi intervenire con serietà e senza improvvisazione: una osservazione quasi banale, non fosse che in realtà presso l’Assessorato alla Cultura di Bergamo non esiste – né mai è esistito, nonostante sia state proposto da qualche operatore, mai dalla Politica- un punto di raccolta dei dati su valore e peso della Cultura nella città.
Quindi, sul piano metodologico, prima cosa: partecipazione e coinvolgimento (Forum amministratori, politici, dirigenti pubblici insieme­ agli operatori professionali privati a funzione pubblica), conoscenza e studio permanente (Osservatorio).

Cultura è Istruzione e Conoscenza, è crescere Insieme, è fare Comunità.
I posti della relazione.
I “Destinatari” non sono un ectoplasma indistinto, non sono semplici “utenti” davanti ad uno sportello dell’Anagrafe. Sono Cittadini che “fruiscono” (e non “consumano”) cultura, che metabolizzano l’offerta e restituiscono nel tempo alla Comunità risultati misurabili in comportamenti, relazioni, civismo, curiosità, creatività.
La qualità della vita di persone singole e organizzate in città-comunità si misura anche attraverso il livello di sapere, di conoscenza, di valore della relazione, di capacità di stare insieme “dal vivo” in modo sano, intelligente e rispettoso. In questo ambito Cultura e Scuola  svolgono un ruolo decisivo e letteralmente insostituibile: non possono essere altri ambienti, non altri strumenti, non altri soggetti (televisione, intrattenimento commerciale, industria del divertimento …). Qui è la relazione diretta, non mediata dalle tecnologie della comunicazione, a rappresentare l’ultimo baluardo della umana convivenza! Difenderla e irrobustirla è una missione, anche di pedagogia sociale, straordinariamente virtuosa.
Ma per stare insieme, e per stare bene insieme, ci vogliono luoghi, ci vogliono alcuni posti.
E qui diventa allora esaltante immaginare una città che nel giro di 5-10 anni si doti di un sistema culturale cittadino nel quale sia riconoscibile una mappa dei luoghi e dei siti nei quali i cittadini, tutti i cittadini (per età, censo, istruzione, provenienza culturale ed etnica), trovino risposte e occasioni buone per conoscere, divertirsi, riflettere, scambiare, crescere. Per sentirsi Cittadini di un pezzetto di Repubblica che si chiama Bergamo.
Una rete di luoghi fisici, perché per la cultura ci vogliono anche i mattoni!, nei quali i cittadini avvertano vocazioni, specializzazioni, tipologie e linguaggi diversificati.
In questa linea si deve potenziare con una buona dose di energia, anche “muscolare”, per raccogliere in dote siti di proprietà demaniale e per recuperare i luoghi che da troppo tempo (decenni!) attendono -già disponibili- destinazioni e scelte progettuali, come ad esempio l’ex Centrale Elettrica di via Daste e Spalenga o l’ex Albergo Diurno di piazza Dante.
Anche in questo ambito è fondamentale muoversi con la stella polare della Sussidiarietà e del Partenariato Pubblico-Privato. Guai a confondere (e limitare) l’idea di “Città” con quella di “Comune”: la Città reale è assai più ampia e articolata della Città istituzionale!
Le risorse pubbliche per i servizi pubblici.
C’è una grande confusione, o approssimazione, intorno alla definizione di cosa è “pubblico”. A Bergamo, sbagliando, si parte dalla considerazione che sia di utilità pubblica tutto ciò che è di proprietà o di competenza del potere pubblico, indipendentemente dalla sua qualità, dai suoi costi, dai suoi risultati. Un grave errore, un automatismo cretino che non ha alcun senso: vi sono alcuni sprechi in ambienti istituzionali pubblici, anche per la Cultura, così come vi è una grande funzione pubblica in ambienti privati vocati al servizio culturale.
Bisogna mettere insieme le qualità e le eccellenze sia del Pubblico che del Privato, cercando però una omogeneità di valutazione e catalogazione delle competenze che spinga il Pubblico ad una maggiore efficienza e riduzione di costi fissi per liberare risorse nelle attività e vincoli il Privato ad una lunga prospettiva di investimento di risorse economiche, umane, di know-how e progettualità nei servizi a valenza pubblica.
Una “spending review” (termine di strettissima attualità!) anche in ambito culturale, non solo per fare economie (c’è poco, in termini di “totale”, da economizzare) ma per ridefinire pesi e confini, per dare equità alla spesa pubblica nella sua destinazione finale, per fare da volano alla raccolta di finanziamenti e sostenitori presso fonti inedite per l’ordinaria pratica amministrativa pubblica.

Insieme alla rivisitazione dei centri di costo una scelta strategica e di grande fascino sarebbe quella di fissare un obiettivo, ambizioso viste le condizioni attuali, minimo in relazione al nostro patrimonio artistico e culturale, quale quello di aumentare l’investimento municipale in cultura e istruzione del 10% all’anno per almeno tutto un intero mandato amministrativo. Un segnale forte e chiaro ai bergamaschi, siano essi cittadini fruitori-destinatari, siano essi operatori e artisti organizzati in imprese e comunità professionali non lucrative.
Lo strumento delle Convenzioni rappresenta una opportunità straordinaria per regolare i rapporti fra Municipalità e Tessuto Produttivo Culturale cittadino. Un sistema di “patti” e “accordi” che descrivo cosa fa l’uno e l’altro, quali i vincoli, gli obblighi, i risultati attesi, le procedure di trasparenza e rendicontazione. La Convenzione va letta quindi anche come Alfabeto Condiviso, come linguaggio che spinge cittadini, istituzioni e organismi professionali a creare “imprese solistiche” favorite da uno spartito di armonizzazione liberatore di energie e valorizzatore dei talenti.

 ≈  LIBERTA’ D’IMPRESA E UNIVERSITA’  ≈
( Sviluppo economico della città )

Bergamo ha una lunga tradizione di sviluppo economico basato sulla libertà di impresa o meglio, di intraprendere nuove iniziative. Tradizione che ha dato alla città, lungo i secoli, la possibilità di fiorire economicamente anche nelle fasi più buie della sua storia. La capacità di intrapresa unita ad una lunga tradizione di solidarietà hanno permesso di sviluppare un tessuto associazionistico e cooperativo, creando un sistema economico liberale di impronta solidale.
Ora con la crisi economica non ancora superata ed un nuovo modello di gestione dell’intervento pubblico basato su parametri europei molto stringenti, le possibilità di continuare ad erogare interventi pubblici a sostegno dell’economia privata è venuto meno. Le minori risorse economiche, i vincoli di bilancio e l’urgenza di privatizzare diversi servizi pubblici esigono un nuovo modello di gestione dello sviluppo e un diverso sostegno allo sviluppo economico dei comuni.
Bergamo Cambia ritiene di dover adottare un modello amministrativo mutuato dalla migliore gestione europea di gestione urbana. Le aree di rilevanza economica che hanno visto eccellere Bergamo sono sempre state il settore industriale e artigianale seguiti dal commercio e servizi, mentre rimangono marginali l’agricoltura e l’allevamento. Il comparto del turismo è una recente acquisizione e per come è stato affrontato negli ultimi decenni resta un bacino economico potenziale.
Le amministrazioni che si sono succedute, anche a seguito della legge quadro regionale, hanno posto l’accento sullo sviluppo economico dando particolare rilievo alla voce turismo sostenuta dalla vicinanza all’Aeroporto di Orio al Serio che gestisce ingenti flussi turistici di cui la nostra città beneficia solo in parte.
Gli sforzi di creare un canale preferenziale con la città sono spesso vanificati dalla disorganica e a volte irrazionale gestione dell’offerta turistica e, in particolare dalla sovrapposizione degli strumenti di gestione dei pacchetti turistici. I programmi delle amministrazioni precedenti ricchi di grandi progetti e iniziative sono rimasti per lo più sulla carta e gli interventi pubblici si sono rilevati troppo onerosi rispetto ai risultati raggiunti.
Occorrono: un sistema efficiente di collegamento da e per l’aeroporto, una razionalizzazione del trasporto pubblico urbano, un  sistema di parcheggi più economico, un sistema informativo completo ed esaustivo dell’offerta turistica, una migliore e più veloce risalita alla città alta, la risistemazione dell’uscita dall’autostrada degna dell’offerta turistica della città. La mancata realizzazione di questi improrogabili interventi ha finora vanificato gran parte della prospettiva di sviluppo turistico della città di Bergamo. Il turismo è un fattore importante per ridare sviluppo e prospettive alla città tanto quanto lo sono stati il commercio, l’artigiano e l’industria. La terziarizzazione del territorio cittadino deve in qualche misura contenere la desertificazione produttiva tradizionale, ma non può sovrastarla. E’ impensabile che il territorio cittadino ex-industriale possa essere colmato o sostituito con altri centri commerciali.
Riteniamo si debba dare maggiore slancio e sostegno a piccoli progetti produttivi innovativi e di qualità, favorendo realtà produttive altamente concorrenziali con la produzione internazionale. Artigianato di qualità, produzione e somministrazione alimentare di eccellenza, produzione di beni materiali ed immateriali nell’elettronica di consumo, imprese della green-economy, ricerca scientifica e prototipazione sono i  settori d’intervento per perseguire nuovi successi.
Per concludere la lista civica Bergamo Cambia ritiene che esistano enormi possibilità di sviluppo economico della città ad oggi inesplorate o scarsamente valorizzate che tramite un’attenta politica di sostegno infrastrutturale e urbanistico possano creare nuove opportunità imprenditoriali e di lavoro. Una ricetta liberale e liberista modulata con la tradizione solidale che costituisce l’essenza della tradizione locale. Dalla nostra storia dobbiamo imparare a ridurre gli sprechi pubblici, a favorire l’iniziativa privata per un accrescimento della qualità della vita urbana.
Università
L’università è l’istituzione depositaria della conoscenza e rappresenta il principale veicolo per la diffusione delle innovazioni e dei cambiamenti; è potenzialmente la garanzia di crescita e di miglioramento per il territorio in cui è insediata. Non sempre, però, i rapporti e le relazioni tra università e contesto sociale ed economico, in cui opera, sono tali da garantire una comunicazione efficace e il trasferimento del bagaglio di innovazione e di competenze.

Bergamo Cambia identifica come principio fondamentale per la crescita della città la  libertà d’impresa, ed è per questo che il comune deve essere un soggetto attivo nel tessere relazioni e collaborazioni tra università e contesto sociale ed economico, ma non solo; bisogna iniziare a pensare a come essere utili per i cittadini in maniera differente, avendo come obiettivo offrire un aiuto concreto e un punto di riferimento per tutti i “cervelli” che vogliono far crescere la nostra città.

Compito del comune è promuovere e aiutare le idee e le iniziative imprenditoriali dei nuovi giovani che si stanno laureando o che si sono laureati, attuando dei provvedimenti innovativi e concreti: indirizzare le risorse a disposizione in fondi a sostegno di progetti per far partire nuove start up  a Bergamo, creando delle “borse di lavoro”. Il punto iniziale sarà l’appello del comune agli studenti a valorizzare e dare concretezza alle loro idee attraverso tesi di laurea incentrate su progetti e idee per sviluppare i vari settori economici di Bergamo e della bergamasca.
Il comune deve essere sia filo conduttore, sia base organica nel favorire nuova e libera impresa, infatti essere una città universitaria non significa ospitare un’università sul proprio territorio, ma sentire l’università come organo vitale del “corpo città”, aiutando a valorizzare i risultati della produzione della ricerca scientifica  e soprattutto del bagaglio umano.
Ad oggi le scelte riguardanti il sostegno della libera impresa sono identificabili in un unico provvedimento  ( bando per la selezione di soggetti a cui concedere contributi a sostengo della costituzione di nuove attività commerciali ed artigianali in aree urbane da rivitalizzare) a nostro avviso poco incisivo, perché caratterizzato dalla presenza di "paletti" imposti per quanto riguarda la tipologia di attività da far nascere.
Con la situazione economica attuale queste limitazioni risultano troppo stringenti e non generatrici di nuove attività per Bergamo, perché hanno come obiettivo la riqualificazione di aree urbane disagiate, non la creazione di nuove imprese per la città. Ecco perché noi reputiamo che bisogna ripartire da un nuovo modo di valutare come impiegare le poche risorse a disposizione, presentando con forza e convinzione l'idea di creare delle "Borse di lavoro" che consistono, come le borse di studio, in una somma di denaro che viene erogata ai progetti presentati e valutati positivamente, aventi come oggetto la nascita di start up a Bergamo. Tali somme non avranno vincoli e i responsabili di progetto potranno utilizzarle come meglio credono per la nascita delle start up.


Riattivare il settore della cultura partendo dai nuovi consumatori: i giovani.
La valorizzazione del patrimonio culturale della nostra città può avvenire solo attraverso una concreta attività promozionale che riavvicini i giovani ad un ambiente che da troppo tempo è vissuto costantemente da una piccola élite.
Per rendere fattibile questo coinvolgimento, ai giovani deve essere riconosciuta la possibilità di accedere alle varie manifestazioni culturali (cinema, teatro, lirica, concerti, rassegne, mostre, musei ecc.) riservando loro concrete agevolazioni di natura economica ed attivando un'efficiente campagna informativa che veda il mondo giovanile come primo destinatario.
Emerge dunque la necessità di rivisitare l'insufficiente e irrisorio sistema di agevolazioni rivolte agli studenti delle scuole medie superiori e dell'università ampliando di fatto la gamma di attività coperte da questo “sussidio”, implementando l'incidenza economica di tale aiuto ora ridotta ai minimi termini.
Questo progetto pone la duplice finalità di investire nel capitale umano e nel capitale artistico della nostra città, per troppo tempo marginalizzato da improprie scelte operate dalle precedenti amministrazioni.
Investire nella cultura inoltre non è da considerare un'attività fine a se stessa, essa, infatti,  determina  lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e del settore turistico con inevitabili benefici di carattere economico per l'intera città.

≈  IL FUTURO DELLA CITTA’  ≈
 (Bergamo che cambia)

Considerando la situazione economica attuale ed a breve-medio termine e la necessità di non cementificare ulteriormente la città, ma, anzi, di recuperare ove possibile gli spazi industriali dismessi da decenni ed in una situazione di abbandono, Bergamo Cambia si propone di rivedere le decisioni che impattano negativamente sull’ambiente.
Non si ritiene necessaria per Bergamo, vista la sovrabbondanza di centri Commerciali in città e nel suo hinterland,  la costruzione di un nuovo complesso Commerciale-Sportivo nel quartiere Grumellina. Tali aree dovranno ritornare alla loro precedente prevista destinazione d’uso; vale a dire Parco Agricolo.

Per quanto riguarda lo Stadio Azzurri d’Italia, argomento che va avanti da decenni e che ancora non ha trovato una soluzione adeguata, riteniamo che il nostro Comune debba seguire quanto sta avvenendo in molte città del nostro Paese e che è la normalità nel resto dell’Europa: la gestione degli stadi a totale carico delle Società Calcistiche. Bergamo Cambia fissa per la scadenza dell’attuale contratto d’affitto (2015),  la data in cui la Dirigenza dell’Atalanta Calcio dovrà comunicare quale soluzione intende adottare; se ristrutturare e gestire quello attuale o costruirne uno nuovo, qualunque sia la decisione che verrà presa, nessun onere dovrà gravare sulle casse del Comune. Nel caso contrario, vista la cronica mancanza di spazi adatti ad accogliere eventi all’aperto (musicali e non), che determina una marginalità di Bergamo nell’attrarre spettacoli importanti, lo stadio stesso verrà utilizzato per accogliere tali eventi.

Il nuovo Palazzetto dello Sport sarebbe opportuno venisse realizzato in un’area da riqualificare, anche utilizzando Fondi Europei, e non troppo distante dalla Stazione Ferroviaria, Autolinee ed Autostrada, così da facilitare l’accesso sia con mezzi pubblici che privati.
Un’area potenziale è quella dell’ex-gasometro, da troppo tempo al centro di possibili parcheggi mai realizzati. Tale area, una volta risanata ed acquisita, potrebbe essere data in concessione ad un privato per la realizzazione di parcheggio interrato multipiano, da utilizzare durante la settimana dai pendolari, con sovrastante edificio sportivo ed eventuali negozi.
Alternativamente si può pensare all’area tra la Circonvallazione e le Cliniche Gavazzeni oppure l’area ex-Italcementi in Via David.
Si dovranno, inoltre, coinvolgere maggiormente tutti gli Enti interessati per iniziare il percorso progettuale del collegamento ferroviario dell’Aeroporto “Il Caravaggio” con la stazione di Bergamo, così da realizzare collegamenti NON su strada con Milano e gli Aeroporti di  Linate (via Treviglio-Lambrate ed il nuovo collegamento in fase di realizzazione di Linate con la rete metropolitana di Milano) e di Malpensa (utilizzando il collegamento Bergamo-Seregno non appena riqualificato) realizzando in tal modo un unico aeroporto virtuale Lombardo.

Bergamo, novembre 2012
                                                        Il Comitato promotore

Marco Arlati, Pietro Bronzieri, Nicola Carrara, Robert Carrara, Antonio Castelli, Mario Ferrari, Anna Maria Gazzaniga, Matteo Novati, Andrea Palermo, Carla Pozzi Arzano, Giorgio Puppi, Fabio Rocchetti